Pressoterapia
La pressoterapia rappresenta una metodica fisico-compressiva che, tramite un’onda di pressione, esegue un massaggio drenante i liquidi degli arti, svolgendo effetti benefici sia sul circolo venoso, in particolare sulla prevenzione della trombosi venosa profonda, che su quello linfatico. Trova indicazione all’interno di numerosi progetti riabilitativi ambulatoriali. Gli apparecchi oggi in uso generano la pressione all’interno di contenitori anelatici (Terminali) mediante l’insufflazione di aria da parte di un compressore. La pressione si distribuisce alla superficie cutanea e quindi all’arto, in maniera uguale in tutti i punti ed in tutte le direzioni, in accordo con la legge di Pascal. Il terminale può essere costituito da una camera unica o da più camere in questo caso le camere multiple possono essere giustapposte o sovrapposte.
Per essere efficace sul drenaggio dei liquidi la pressione deve esercitare un massaggio sugli arti in senso disto – prossimale. In questa maniera la pressione esplica la sua azione attraverso una forza comprimente ed una ‘di trazione’ sul tessuto interstiziale e sui vasi in esso contenuti (particolarmente nello strato sopra-fasciale). La forza compressiva determina nell’arto una riduzione del calibro sia dei vasi venosi che linfatici con aumento della velocità del flusso ematico venoso e del flusso linfatico. La stessa forza aumenta la pressione interstiziale che induce una riduzione della pressione transmurale (Legge di Starling) che si traduce in una riduzione della filtrazione sul versante arterioso ed un aumento del riassorbimento capillare su quello venoso. La risultante è una riduzione del carico linfatico interstiziale. La forza di trazione sull’interstizio può favorire, nel tratto di arto a valle della sacca gonfia, lo stiramento delle fibre elastiche di ancoraggio dei capillari linfatici con conseguente apertura dei pori e aumento del riassorbimento dei liquidi (e proteine).
Controindicazioni all’uso della pressoterapia:
Vengono riconosciute controindicazioni locali e sistemiche. Tra le controindicazioni locali vanno ricordate:
- Erisipela e linfangiti;
- Dermoipodermiti;
- Trombosi venosa profonda in fase acuta;
- Tromboflebiti superficiali;
- Gravidanza (con posologia adeguata al singolo caso);
- Arteriopatia obliterante periferica;
- Presenza di neoplasie in atto nell’arto affetto;
Tra le controindicazioni sistemiche vanno considerate :
- Ipertensione arteriosa non controllata;
- Insufficienza cardiaca;
- Edemi da insufficienza cardiaca, epatica, renale o da farmaci.